Giustizia e verità per il ricercatore universitario Giulio Regeni, si era trasferito al Cairo per una ricerca di dottorato sui diritti dei lavoratori e i sindaci egiziani. Torturato per giorni e giorni, prima di essere ucciso, secondo le atroci procedure dei servizi di sicurezza delle dittature di ogni latitudine. Vero delitto di Stato, a conferma di quel concentrato di violenze che è diventato l’Egitto sotto la dittatura militare di Al Sisi. Gli assassinii sono all’ordine del giorno, così come gli arresti degli oppositori e dei militanti che nel 2011 avevano cominciato la loro rivoluzione in piazza Tahrir. Quell’esercizio estremo del potere di vita o di morte su donne e uomini inermi, che continua a colpire tutti gli egiziani, non fa meno orrore del fanatismo islamico contro cui il regime è schierato. L’estremismo non si combatte con un altro estremismo. Peraltro, il cosiddetto Daesh e/o Stato islamico, è un pericolo soprattutto per gli arabi e i musulmani. I jihadisti di questo gruppo e di atre organizzazioni radicali sunnite hanno trascorso gli ultimi anni ad ammazzare più altri musulmani, sciiti e membri che non riconoscono come islamiche, che i cristiani e gli occidentali.
La verità sull’assassinio di Giulio Regeni è un diritto per la famiglia, i suoi amici, i giovani ricercatori. È un dovere per il nostro governo. Non ci si può arrendere. Scoprire la verità aiuterà anche chi in Egitto si batte per la democrazia e la libertà.
Giustizia e verità per Bertha Càceres Giustizia e per tutti i difensori dei diritti umani assassinati in Honduras.
“L’Associazione Italia Nicaragua condanna l’omicidio di Bertha Cáceres fondatrice e coordinatrice generale del Consiglio civico delle organizzazioni popolari e indigene dell’Honduras, COPINH, avvenuto il 3 marzo. Bertha aveva già ricevuto minacce di morte a causa dell’opposizione al progetto di costruzione della diga Agua Zarca sul fiume Gualcarque in località Rio Blanco.
Le autorità dell’Honduras e il Presidente Juan Orlando Hernández, hanno affermato che questo crimine non resterà impunito ma in questi anni più di cento difensori dei diritti umani sono stati uccisi e, la lotta delle popolazioni originarie in difesa della loro terra e risorse naturali è stata costantemente criminalizzata.
Per questi motivi appoggiamo la richiesta del COPINH e dei famigliari di Bertha Cáceres che esigono un’inchiesta condotta da strutture indipendenti dal governo, affinché anche questo delitto non resti impunito.
Condanniamo con forza i tentativi già in atto di occultare i veri motivi del brutale omicidio di Bertha, che sono senza dubbio legati alla sua lotta instancabile contro un modello che definiva “capitalista, razzista, patriarcale”, cercando di seminare nell’opinione pubblica la possibilità che si tratti di un “delitto passionale” in cui sarebbero coinvolti membri del COPINH.
Esprimiamo pubblicamente la nostra solidarietà col COPINH, la famiglia di Bertha e tutte le organizzazioni che si battono per la difesa e il rispetto dei diritti umani” (Comunicato dell’Associazione Italia-Nicaragua inviato ai consolati dell’Honduras di Milano e Roma).
La violenza politica e l’impunità in Honduras non possono essere comprese senza tenere conto del colpo di stato del 2009 contro il presidente Manuel Zelaya, che ha aperto la strada alle multinazionali e alla politica del libero mercato a tutti i costi. Dopo il golpe, l’oligarchia honduregna è riuscita a far eleggere due presidenti conservatori, Porfirio Lobo Sosa e Juan Orlando Hernàndez (in carica), ricorrendo ai brogli, alle intimidazioni e alla violenza.
Gli Stati Uniti appoggiano il programma economico del governo in carica perché è in linea con gli accordi regionali di libero commercio e con le politiche di privatizzazione; preferendo ignorare gli episodi di violenza e corruzione. Così come i governi post-golpe hanno chiuso e chiudono ancora oggi un occhio davanti agli squadroni della morte al soldo delle multinazionali che, insieme ai soldati e alla polizia, girano per il paese terrorizzando la gente e imponendo l’apertura di miniere, la costruzione di dighe e progetti di agricoltura su scala industriale. Quando Càceres ha sfidato la diga di Rio Blanco ha colpito questa rete d’interessi internazionali e ha pagato con la vita.
Cosa possiamo fare adesso? Noi come Associazione Italia-Nicaragua continueremo a fare quello che ha sempre fatto lei: vivere e lottare insieme.
Giustizia e verità per gli immigrati.“Sorelle e fratelli in cerca di salvezza dai bombardamenti, dalle raffiche di mitra e dai tagliagole, da fame e siccità. Camminando a piedi per centinaia di chilometri con i figli in braccio e gli anziani sulle spalle, spostandosi con tutti i mezzi, compresi i Tir e vagoni blindati, sfondando barriere di filo spinato e di eserciti con le armi puntate, con i lacrimogeni, i manganelli e tutto ciò che serve a respingere dalla fortezza Europa e a confinare nei campi profughi, fuori dai confini di quegli stati che erano comunisti e, ora che sono europei, si rivelano fascisti. Fuori soprattutto da quelli del Nord, che sull’Europa hanno fondato il loro benessere sulle spalle degli altri paesi mediterranei. Conflitti che mi sento impotente a fronteggiare, che mi procurano sensi di colpa e dolore, che mi danno la dimensione della crisi del modello di sviluppo e di democrazia occidentale. Un sistema bancario/finanziario spietato, con multinazionali che in nome del loro profitto stanno smantellando ogni sovranità e attaccando pesantemente quel che rimane del sogno democratico, un sistema che mi sovrasta: il governo del mio paese che lo asseconda mi uccide ogni possibilità di accettare la parola sinistra come una parola di liberazione” (Laura Cima). È la debolezza quasi cadaverica, di una politica a favore delle classi subalterne, la crescita delle diseguaglianze (non dissimile da quella che caratterizza la maggior parte delle grandi economie di mercato), la riduzione dei diritti e del welfare, il diffondersi della precarietà, ad avere alimentato questa paura e convinto gli elettori a voltare le spalle a una sinistra che ha perso la sua ragion d’essere.
Non è facile pensare (e fare) una politica di sinistra, anche per la portata della sconfitta storica patita negli ultimi trent’anni a opera del neoliberismo, che ha cancellato dalla scena mondiale comunismo e (quasi del tutto) socialdemocrazia, rivoluzione e riforme, facendo splendere ovunque vittorioso il dogma del pensiero unico capitalista. Così orfani di partiti di sinistra e di opposizione, i pacifisti, le associazioni, i movimenti sono scollegati, disconnessi, silenziati. Oggi sembra aprirsi uno spazio con i due referendum che si svolgeranno in aprile e in ottobre. Il primo è contro le trivellazioni in mare, per difendere l’ambiente occorre votare SÌ. Il secondo è contro la controriforma costituzionale, e per difendere la Costituzione occorre votare NO.
Infine facciamo appello alla solidarietà di quelli e quelle che ci conoscono da anni chiedendo di tesserarsi o di rinnovare il tesseramento del 2016; ringraziando di cuore tutti i lettori che ci hanno già segnalato la loro fiducia confermando il tesseramento.